In Italia il MISE, al fine di conformarsi alle indicazioni contenute nell’Action plan, ha predisposto la “Strategia nazionale per l’economia circolare Linee Programmatiche per l’aggiornamento 2021”; detta iniziativa è incentrata su principi di ecoprogettazione ed ecoefficienza ed è rivolta a definire nuovi strumenti amministrativi e fiscali per il potenziamento del mercato delle materie prime seconde, nonché per delineare la responsabilità estesa del produttore e del consumatore e gli obiettivi di neutralità climatica.
Il 9 febbraio 2022, il Parlamento italiano ha modificato la Costituzione introducendo agli articoli 9 e 41 la tutela dell’ambiente e lo sviluppo sostenibile e nello stesso anno sono stati adottati i D.Lgs. nn. 116, 118, 119 e 221 del 3 settembre 2020 che hanno recepito le Direttive n. 851 e 852, 849 e 850 del 2018. Il testo più rilevante è il D.Lgs. 116/2020 che ha modificato il Testo Unico Ambientale (D.Lgs. 152/06) e recepito le prime due direttive (la direttiva quadro sui rifiuti e quella sugli imballaggi). Il Testo Unico Ambientale, in particolare la Parte Quarta, Titolo I, fornisce il quadro di riferimento per analizzare lo stato dell’arte. La sezione sopra menzionata è dedicata alla gestione dei rifiuti e, ai sensi dell’art. 183, comma 1, lettera b-quater), ai rifiuti prodotti dalle attività di costruzione e demolizione. Tali disposizioni disciplinano vari aspetti, tra cui le modalità di gestione dei rifiuti (ad esempio, riutilizzo/riqualificazione) e il regime di responsabilità estesa del produttore.
Nello specifico del settore edilizio l’avvio delle strategie circolari, a partire dal primo rapporto 2015 ha riguardato primariamente l’ambito del riciclo dei materiali nella fase di dismissione degli edifici attraverso la gestione di demolizioni controllate e il successivo reimpiego in cicli produttivi. In tale contesto, l’acciaio ha mostrato un alto potenziale di circolarità per l’elevata durabilità che ne estende il ciclo di vita, per la maggiore agilità nella fase di demolizione e per la riciclabilità determinata dalla possibilità di totale reintegro nel ciclo di produzione.
Nell’Unione Europea, nel 2014 circa il 40% della produzione siderurgica è stata realizzata grazie al recupero e riciclo di materiale ferroso, che viene rifuso per dare vita a nuovi prodotti. In Italia, primo produttore europeo di acciaio a forno elettrico, tale percentuale è significativamente più elevata e supera, nel 2014, il 72%, facendo registrare, all’interno di tutta la Comunità Europea, il più elevato quantitativo annuo di rottami ferrosi riciclati in acciaieria.
Considerando altresì l’endemica scarsità di risorse, l’economia circolare è il modello economico “ideale”: mentre l’economia lineare segue un vettore unidirezionale che va dalla produzione al consumo – modello imprescindibile per quei prodotti destinati ad un rapido deterioramento – al contrario, la circolarità prevede un percorso di rigenerazione e, dunque, di riuso dei beni durevoli; in questo senso l’acciaio è un esempio paradigmatico di bene riciclabile.